Teatro

Teatro e poesia: il grande John Montagne al Vascello di Roma

Teatro e poesia: il grande John Montagne al Vascello di Roma

Sarà ospite domani 7 giugno al Vascello, per un reading di sue opere John Montagne, uno dei più importanti poeti irlandesi contemporanei. Introdotto da Valentino Zeichen, alcune poesie saranno lette anche in italiano da Manuela Kustermann e gli attori della compagnia del Vascello.

John Montague è nato a Brooklyn, New York nel 1929. All'età di quattro anni è andato a vivere con le sorelle di suo padre a Garvaghey, Co. Tyrone. Dall'inizio degli anni ‘70 Cork è stata la sua casa, in quanto nominato Munsterman onorario. Montague ha viaggiato molto, studiando alla St. Patrick’s College, all’ Armagh, alla University College Dublin e alla Yale. È stato corrispondente a Parigi per l’Irish Times dove ha conosciuto la sua prima moglie, Madeleine, un aristocratica francese. Il suo primo libro di poemi è Forms of Exile pubblicato nel 1958. Ha continuato a pubblicare un sostanziale numero di poesie, così come due raccolte di novelle, una novella autobiografica ed un libro di memorie intitolato Company. Negli anni 70 dopo il successo di The Rough Field Montague è stato invitato ad insegnare all’University College Cork dal professore e poeta Sean Lucy. Si è stabilito in Grattan Hill (una volta residenza di Thackery) con la sua seconda moglie Evelyn (eroina della sua sequenza poetica The Great Cloak) dalla quale ha avuto due figlie Oonagh e Sibyl. La sua terza moglie è la scrittrice Elizabeth Wassell. Montague è uno dei poeti irlandesi principali del ventesimo secolo. Egli avvolge i suoi versi con un spesso velo di conoscenza della storia e della cultura irlandese, insieme ad elementi e spunti di tipo internazionale, offrendoci deliziosi quadri e ritratti intrisi di una poesia dalle forme e dalle strutture decisamente nuove. Montagne insieme con Heaney, O’Grady, Kinsella Mahon e Muldoon, considerati i poeti irlandesi della terza generazione, hanno in comune la grazia lirica, la musicalità, le antiche risonanze del passato irlandese che la loro poesia intreccia all’amore, ai temi più personali ed esistenziali, in preziose assonanze, rime perfette, ritmi di delicati suoni e immagini che ci offrono con sorprendente realismo un ricco paesaggio e un valido specchio di quella che è la complessa coscienza dell’essere “irlandese” oggi, nel mondo contemporaneo.

Poesie ed interpreti:

· John Montague;
· Giancarlo Nanni - Da “Suite Patriottica”: 3; 4; 5; 6; 7; 8;
· Manuela Kustermann - Da “Quel guizzante fuoco” (In memoria di Brigid Montagne): I; 2; da “Il Dio del pane”: La mattina di Natale; da “Una testa mozza”: I; 2; 3;
· Chiara Andreis - Da “Una testa mozza”: Séan an Diomas, 1562; Hugh, 1599; Dopo Kinsale, 1604; 4; 5; 6;
· Sara Borsarelli - Da “Suite patriottica”: 9; 10; da “Rosa di macchia”: I; 2; 3;
· Massimo Fedele - da “Una serata di quelle”: I; 2; 3; 4;
· Paolo Lorimer – da “La colpa”: I; 2; 3; 4;